Anime cercansi

 
Ci siamo, l'ultimo anno del millennio è arrivato. Pareva così distante sette anni fa quando con entusiasmo ci siamo trasferiti nella nuova sede, ancora di più all'inizio degli anni '80 quando un campione del mondo giocò a Torino e, addirittura, sembrava non dovesse arrivare mai nel 1972 allorché un'onda maliarda partendo dall'Islanda affascinò tutto l'Occidente come mai prima.

Arrivò così una popolarità che fu alimentata successivamente da coinvolgenti sfide e disfide, alcune talmente vibranti che anche dalle pagine dei libri sembrava fuoriuscire il fascino del gioco, altre dai risvolti drammatici quando, cadendo la maschera dell'imperturbabilità che tanto nasconde, mettevano in luce l'anima preda del panico che attanaglia anche il più grande tra gli scacchisti quando sente che la meta di una vita si sta allontanando.

Oggi cos'è che fa vibrare quel poco di anima che ci è rimasta? Forse la velocità con la quale giochiamo da una parte all'altra del globo?

Non crediamo, quello è solo fascino tecnologico, è la spessa maschera moderna per le nostre paure.

Crediamo che la risposta sia più semplice: oggi non c'è alcunché da far vibrare.

 

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