Pedrazzini for president

 Riceviamo questa lettera dal vice-presidente Fsi Bruno Manzardo e volentieri la pubblichiamo. Franco Pedrazzini, sessantasettenne di Casalpusterlengo, presidente del Settore Arbitrale è il candidato appoggiato da alcuni Consiglieri uscenti.

La candidatura di Pedrazzini, il programma di Pedrazzini, non sono l'espressione di una singola volontà ma piuttosto l'espressione di una decisione di gruppo, di un gruppo di persone che hanno ritenuto di mettere la loro esperienza al servizio della Federazione, sorvolando sulle ambizioni personali e scegliendo al proprio interno di presentare un uomo in grado di sintetizzare le varie sfaccettature di un'unica ambizione: quella di servire nel modo migliore l'interesse comune degli scacchisti italiani.

In dettaglio: troncata prematuramente la presidenza Zichichi, i suoi collaboratori , con alla testa il vice-presidente vicario Lamonica hanno cercato di comune accordo di portare avanti la gestione federale sul solco delle indicazioni programmatiche espresse dal Consiglio tutto all'inizio del proprio mandato.

Posti di fronte alla scelta di una candidatura per sostituire Zichichi, l'indicazione più ovvia e concorde sarebbe stata quella di puntare su Lamonica, che così degnamente aveva retto le sorti federali nel periodo di supplenza. Purtoppo gravi motivi di salute sconsigliavano il vicepresidente vicario di proporsi per un nuovo biennio. Gli altri possibili candidati all'interno del gruppo di consiglieri (Campioli per la lunga militanza al vertice ed una validissima esperienza di supplenza durante la presidenza Palladino, l'altro vicepresidente Manzardo, da circa trent'anni in consiglio e con esperienza triennale di presidente di Comitato regionale e decennale di presidente della Scacchistica Torinese; il coordinatore della commissione tecnica Capece, il più giovane del gruppo di papabili ma nell'ambiente sin dai primi anni 60, ex presidente della prima società d'Italia, con contatti ad alto livello fra personaggi di primo piano della vita politica ed industriale italiana), tutti decidevano , d'intesa anche con alcuni fra i presidenti di Comitato Regionale, di rinunciare alle proprie ambizioni personali e di proporre un uomo che assommasse in se' alcune precise caratteristiche: conoscenze tecniche (è presidente del settore arbitrale); capacità gestionale ed amministrativa, (è stato per diversi anni sindaco della cittadina in cui vive); presenza, equilibrio, capacità di mediare, doti che gli sono ampiamente riconosciute da tutti coloro che hanno avuto modo di conoscerlo nella sua pluridecennale militanza nel nostro mondo.

Del programma che vorrà portare avanti sarà lui a parlare (anche se è fondamentalmente espressione del gruppo di attuali dirigenti che lo sostiene).

Si candideranno con lui al nuovo consiglio Lamonica, Manzardo, Capece, Rosino, Perrone. Campioli farà largo ai giovani. Si propongono con armonia d'intenti fra i nomi nuovi D'Eredità dalla Sicilia e l'avvocato Mastroianni di Torino. Essendovi una nuova tornata elettorale probabilmente altri si affiancheranno a questo gruppo.

Per qualche tempo ancora all'esterno (malgrado gli inviti a farsi avanti per le cariche centrali senza alcuna limitazione d'importanza) il presidente del comitato regionale lombardo Pagnoncelli, il presidente del comitato regionale veneto Navarro, il presidente del comitato regionale siciliano Sileci, il presidente del comitato regionale emiliano Benetti, il presidente del comitato regionale piemontese Rivello. E mi scuso se non posso nominare tutti quelli che hanno espresso il loro plauso ed il loro sostegno ad un nominativo che ritengo di prestigio ed è sicuramente degno del massimo rispetto per quello che ha fatto, che sta facendo e che continuerà a fare per gli scacchi in Italia. 

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