Partecipo con piacere al Campionato Italiano Seniores. A sentirlo, sembra la coppa del nonno, il torneo dei pensionati. E invece no. Qui non ci sono vecchietti col plaid sulle gambe, ma 64 guerrieri pronti a stare cinque ore incollati alla scacchiera senza stancarsi, senza perdere concentrazione.
Le partite sono infinite, i finali da manuale. I Maestri, anche se hanno perso qualche punto Elo negli anni, quando serve sono ancora precisi e taglienti come bisturi. Tu pensi: “Questo finale è patta.” Loro lo trasformano in vittoria. Re, torre, alfiere e pedone contro re, torre e pedone? I veri Maestri lo vincono quasi senza pensarci.
E poi arriva l’episodio che tutti ricordano: Paola Chiapponi, fresca campionessa italiana femminile Over 65, all’ultimo turno contro il Maestro Domenico Blasco. Cinque ore e mezza di lotta. Tre pedoni di vantaggio, finale facile, già vinto. Sulla carta. Ma il “leone indomito” di 83 anni non molla nulla. Fiuta il colpo: nota che Paola non guarda mai l’orologio. Allora stringe i denti, resiste, rallenta, gioca di mestiere. E accade l’impossibile: all’ultima mossa Paola dimentica di premere il pulsante. Tantissimi anni di esperienza svaniscono in un clic mancato. Cade la bandierina, e Blasco sorride sornione. Regolare? Sì. Cavalleresco? Un po’ meno. La vittoria gli vale un premio, ma resta il dubbio: quanti di noi avrebbero continuato a giocare per oltre mezz’ora, sperando unicamente in una distrazione dell’avversario, invece di abbandonare?
Il torneo incorona i suoi vincitori, vittorie sudatissime.
Nell’Over 65, dopo cinque turni sei giocatori sono a pari merito con quattro punti: il torinese Umberto Scotti, Antonio Attanasio, il vincitore del 2023 Domenico Cordì, il favorito della vigilia Mario Cocozza, l’altro piemontese Marco Ubezio e Salvatore Riccardo Gueci. Proprio Gueci, nel sesto turno, è l’unico a trovare la vittoria che lo spinge in testa alla classifica, per non lasciarla più. Campione Italiano Seniores 2025.

Nel femminile Over 65, Paola Chiapponi conquista il titolo, superando e succedendo alla leggenda vivente Maria Rosa Centofanti, con due turni di anticipo e partite spettacolari.

Nell’Over 50, dopo cinque turni Vincenzo Adinolfi è in testa, staccando di un punto i tre inseguitori. Ha già incontrato e battuto quello che poi vincerà il titolo, il Maestro Internazionale Renzo Mantovani. Non solo: lungo il cammino supera anche il Maestro Internazionale Antonio Martorelli. Ma nel sesto turno deve arrendersi al Maestro Fide Valerio Luciani, vincitore dell’edizione 2023. È solo nell’ottavo turno che Renzo Mantovani stacca tutti, battendo – ironia della sorte – il fratello di Vincenzo, Massimo Adinolfi. Nell’ultimo turno una patta veloce gli basta per confermarsi, come nel 2024, Campione Italiano Seniores.

Nel femminile Over 50 nessun titolo: nessuna partecipante.
Lo dicevamo all’inizio: i finali, qui, non sono mai banali. Il torneo è una galleria di capolavori chirurgici. Come quello giocato da Sergio Graziani – re, cavallo, alfiere e pedone che affondano re e alfiere con precisione glaciale. Oppure re, torre e pedone contro re e torre: “Patta sicura”, dite? Sì, ma solo alla novantottesima mossa. Le patte lampo? Dimenticatele. Qui si lotta fino all’ultimo secondo, e si patta solo se conviene davvero. Il più stanco, alla fine, è l’arbitro Francesco De Sio: ogni mezza partita è spremuta fino all’osso.
Eppure, finita la battaglia, nessun cadavere sulla scacchiera. La sera diventa festa. Un gruppo unito, gente che scherza, ride, gioca. Faccio più amicizie in questa settimana che negli ultimi anni. Alla fine, stretta di mano generale: appuntamento al prossimo anno. E con qualcuno, ne sono certo, ci si vedrà molto prima, davanti a un buon pranzo.
Gli ultimi meriti: Francesco De Sio, la sicurezza di un arbitro di ferro. Francesco Lupo, organizzatore gentile, disponibile e preciso. E tutto il gruppo di accompagnatrici e accompagnatori, che soffrono e gioiscono più di noi giocatori e giocatrici.
Il tutto ospitato dal Vascellero Resort, teatro quasi perfetto (manca una sala analisi, ma sono sicuro che il problema verrà risolto per il prossimo anno, se si tornerà a giocare qui) per una settimana di guerra fredda e sorrisi caldi.
Alla fine, qualcuno alza le coppe. Ma tutti – chi ha vinto, chi ha lottato, chi ha resistito – si portano via qualcosa. Una settimana di gioco vero. E un torneo che resta – dentro le partite, ma anche dentro le persone.
Luigi Di Muro
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