A volte qualcuno prova a indagare oltre le caratteristiche superficiali di situazioni complesse allo scopo di identificare non solo le strutture profonde che le sorreggono, ma anche i processi che portano a queste strutture. È quello che ha fatto ad esempio Emanuel Lasker, nei suoi scritti e nelle sue partite.

Così, il suo Manuale degli Scacchi può essere letto come un vero e proprio manuale di strategia e le idee ivi espresse possono essere applicate ai campi più disparati. Ad esempio alla scherma, come fa Harold Hayes, che in un articolo del 1991 afferma che il manuale di Lasker gli ha chiarito molti aspetti della strategia schermista in una maniera che molti testi specifici non erano riusciti a fare.

Il concetto fondamentale è quello di bilanciamento strategico: “Se i vantaggi del mio avversario sono compensati dai miei, allora la posizione è bilanciata; in quel caso, nessun tipo di attacco, il cui scopo è quello di vincere, deve essere intrapreso. L’idea del bilanciamento strategico deve essere sufficiente a convincerci che con il miglior gioco da entrambe le parti posizioni ‘bilanciate’ si trasformano in altre posizioni ‘bilanciate’. Solo dopo che l’equilibrio della posizione è stato disturbato, così che uno dei giocatori ha dei vantaggi non bilanciati, allora questo giocatore avrà il diritto di attaccare per vincere”.

Secondo Hayes il capire e l’usare questo concetto di “bilanciamento strategico” è la via che porta all’intelligenza schermistica. Nel mondo della scherma si dice che l’obiettivo è”toccare senza essere toccati”. Ma salire sulla pedana con questo scopo può essere molto frustante, perché si perde di vista il come farlo. Si perde di vista la dimensione superiore del gioco, e cioè quella delle attività preparatorie da cui emergono opportunità di attacchi (quando la posizione si è sbilanciata a nostro favore) o di difesa (quando l’avversario attacca senza averne il diritto). Lo schermidore strategico dedica grande attenzione al creare le giuste condizioni per un attacco, consapevole che “quando arriva il tempo di attaccare, allora c’è sempre abbastanza tempo per attaccare, ma quasi mai abbiamo il tempo sia per prepararci all’attacco che per l’attacco vero e proprio”. Allo stesso modo ci assicura Lasker che quando sulla scacchiera emerge una posizione di preponderante vantaggio c’è sempre una combinazione implicita in quella posizione, non importa quanto nascosta. L’educazione nell’arte della scherma prepara lo schermidore a sostenere un dialogo razionale con l’opponente nel linguaggio della lotta.

Questo linguaggio ha molti dialetti, e molti temi universali. La scherma stessa è forse il Re di questi dialetti, mentre gli scacchi sono la Regina. L’educazione di uno schermidore sviluppa familiarità con molti tipi di relazioni che possono esistere tra le azioni della scherma e le infinite variazioni che le collegano. Con l’esperienza pratica lo schermidore si familiarizza con i motivi che lo aiutano a riconoscere una posizione vantaggiosa, e i segnali della presenza di una possibile combinazione. In un duello reale, l’attenzione al bilanciamento strategico aiuta a focalizzarsi sul momento presente, che è sempre il frutto di processi in divenire.

 

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