Dal numero di luglio del mensile Torre & Cavallo riprendiamo una lettera del nostro presidente al Direttore, Roberto Messa, che commenta con dovizia di particolari e aneddoti un articolo pubblicato nel mese di giugno relativo ai problemi di budget delle prossime Olimpiadi degli Scacchi in Norvegia.   La Redazione.

Caro Roberto,

ti ringrazio innanzi a tutto per aver pubblicato, in giugno, il mio scritto “Abbiamo quello che ci meritiamo” senza tagli inappropriati che avrebbero potuto non dare il senso del mio pensiero, che è invece semplicissimo: “Non c’è più un motivo che uno (bagno di soldi a parte of course…) che Caruana giochi in Italia. L’unico torneo che poteva ospitarlo era Reggio Emilia, e non c’è più.

Ma ti scrivo in particolare per un commento sul tuo bell’editoriale che rimarca come 10 milioni di euro in Norvegia non basterebbero per gestire le Olimpiadi degli Scacchi.

A Torino me la cavai con un bilancio finale in attivo di 27mila Euro su un totale di 3 milioni di Euro. Certo il mio rammarico all’epoca fu di non aver avuto anche solo 500mila euro in più per consumare meno ansiolitici e completare alcune parti di contorno alla manifestazione principale. Ma credo che tutto sommato furono una discreta edizione anche se ultimamente da alcune parti, per qualche motivo strumentale che faccio finta mi sfugga, vedo il tentativo di minimizzarne il successo se non addirittura di screditarle, con uscite infelici in riunioni più o meno ufficiali in Viale Regina Giovanna e su pagine FB di valenti organizzatori che riprendono post di personaggi a me (per fortuna) sconosciuti.

Mi conosci e sai che non me la cavo mai con la troppo facile risposta “Provate a rifarle voi!”. Qui poi non avrebbe proprio senso, bisognerebbe prima avere chiaro il concetto “gestione di un gruppo” (erano una ventina gli impiegati per l’Evento), saper trattare con Presidenti, Politici e Top Manager, aver visto, almeno una volta, 3 milioni di euro tutti insieme sul conto di una manifestazione: questo non è da tutti, lo capisco.

Ritornando alla questione dei problemi di bilancio in Norway: “Non credo che in 8 anni i prezzi siano lievitati così tanto o che la Fide abbia alzato le pretese economiche (non crediate che te le diano gratis, devi prendere da loro le scacchiere on line, organizzargli la General Assembly, pagare viaggi e soggiorni a decine e decine di persone, ecc. ecc.). Certo i “miei” 3 milioni vertevano sull’utilizzo del villaggio olimpico che rispetto agli hotel aveva un impatto relativo ai costi dei soggiorni della metà circa, per cui a Torino a regime ce ne sarebbero voluti circa 5. (Per chi non lo sapesse per fare le Olimpiadi bisogna ospitare gratuitamente tutte le squadre maschili e femminili e i capitani di ogni Federazione: a Torino le squadre erano 146! e 100!).

Per cui piacerebbe proprio anche a me (curiosità professionale, sia chiaro) capire come hanno impiegato questa cifra enorme. Vedremo gli sviluppi. Mi permetto di azzardare l’ipotesi (al di là di situazioni magari perseguibili per legge) di spese esagerate iniziate con anni di anticipo per la struttura operativa e per la comunicazione: l’ho vissuto direttamente con Dresda i cui responsabili vennero a Torino a frotte per capire come si organizzava un Olimpiade, tutti già assunti e remunerati con due anni di anticipo, e spesero una barca di soldi.

Ancora una nota sul problema degli sponsor.

Concordo con il problema del mecenatismo e quasi sempre le manifestazioni più importanti si fanno in Paesi ex Unione Sovietica, dove l’intervento è direttamente o indirettamente del Governo e dove le pressioni politiche esterne possono avere grande valenza: quelle degli ex-amici degli ex-amici insomma.

Un aneddoto personale. Del problema che la Fide non sembrava in grado (o non voleva?) cercare sponsor mondiali “veri” pur essendo presente in tutto il pianeta ne parlai il 5 giugno 2006 mangiando un gelato seduto al tavolino di un centro commerciale con Zurab Azmaiparashvili, all’epoca pezzo grosso della Fide, (lo avevo portato a comprare una maglietta originale del Milan per il figlio). Suggerii sommessamente (a volte sono proprio un bambinetto entusiasta e ingenuo) che forse con delle direttive che avessero unito tutte le Federazioni facendo così convergere in un unico progetto i milioni di tesserati, forse, qualche multinazionale mondiale si poteva tentare di coinvolgere. La risposta fu ironicamente tranchant: “Dovresti fare il Presidente della Fide”.

Ovviamente mi ritirai in buon ordine. Lasciamoli fare pensai, va bene così

Abbiamo quello che ci meritiamo!

Con grande e immutato affetto per te e per gli Scacchi!

Michele Cordara

 

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