Se vi piacciono i Gambetti di Re e gli assalti all’arma bianca sull’arrocco, le partite dei Grandi Maestri potrebbero sembrarvi poco interessanti. In realtà c’è sempre parecchio da vedere. Anche nei duelli meno movimentati. Prendiamo il Torneo dei candidati in corso a Ekaterinburg.
Tutte le quattro partite del quarto turno sono finite patte, cosa che ha lasciato immutata la classifica (al vertice con 2.5 restano dunque Vachier-Lagrave, Wang Hao e Nepomniatchtchi) e non ha smorzato i sogni di gloria dei partecipanti. Ma il risultato non deve scoraggiare chi aspetta le esibizioni dei superGM per divertirsi o persino cercare di imparare. La Caruana–Nepomniatchtchi, tanto per dirne una, si potrebbe trasformare in una lezioncina su come si conducono quei finali che sono sul filo della parità ma che per rovinare basta un niente (se poi uno sa già tutto, buon per lui).
Molto interessante, nella Wang Hao–Alekseenko, è stata la sequenza inaugurata da 29.e4 e il successivo sacrificio del Cavallo bianco. Non è bastata per vincere. Ma è la seconda volta che Wang Hao ricorre a tatticismi astuti e, per chi non segue le partite con il computer acceso, difficili da scorgere.
È assai probabile che l’ultima fase della Vachier-Lagrave–Grischuk non sia stata la quintessenza della precisione. Il Bianco sembrava costantemente sul punto di vincere ma il russo, nonostante il solito frenetico zeitnot (alla 24/a gli restavano solo nove minuti), in qualche modo l’ha sfangata. Gli analisti ci spiegheranno chi, dove e come poteva fare meglio.
L’olandese Giri, a causa della sconfitta patita al primo turno, non potrà ripetere l’eroica performance del Torneo dei candidati del 2016, quando pattò tutte le partite. Però sta cercando di fare il possibile: oggi ha inchiodato sul “mezzo a mezzo” Ding Liren.
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