Fino all’ultimo ho sperato di sfruttare questo spazio sproloquiando soltanto su giocatori, mosse, aperture, pollate e tatticismi. Tutto inutile: la questione Coronavirus è riuscita a spazzare via anche le scacchiere. La Fide ha ordinato lo stop al Torneo dei Candidati, in corso a Ekaterinburg, causa emergenza sanitaria.

 

Il comunicato ufficiale, a firma del presidente Arkady Dvorkovich, informa che la Russia, a partire dal 27 marzo, bloccherà il traffico aereo con gli altri Paesi e, nella nuova situazione, non è possibile garantire il ritorno a casa dei partecipanti. La manifestazione riprenderà in data da destinarsi. I risultati dei primi sette turni resteranno validi.

Ieri erano in programma due sfide da seguire con il fiato sospeso: la Caruana-Vachier Lagrave e la Nepomniachtchi-Giri. Vincendo, l’olandese e l’americano (o italo-americano, a vostra discrezione) avrebbero raggiunto i loro avversari in testa alla classifica. Wang Hao e Grischuk, opposti ai fanalini di coda Ding e Alekseenko, avrebbero potuto imitarli. Immaginate il risultato: ci sarebbero stati sei giocatori su otto tutti insieme al primo posto con quattro punti e mezzo e un sacco di turni ancora da scremare. Roba da mandare in tilt anche il bookmaker più smaliziato.

Individuare un favorito era un’impresa per chiunque, figuratevi per me che alla vigilia avevo pronosticato Ding Liren come plausibile sfidante di Carlsen.

Forse Nepomniachtchi. Sembrava in grande spolvero ma poi è stato rudemente bastonato da Vachier-Lagrave.

Allora Vachier-Lagrave. Sì, certo. Le carte in regola le ha. Ma siamo sicuri che nel momento clou avrebbe retto la pressione?

Caruana? Non si era certo espresso ai suoi livelli. La partita di ieri con Wang Hao, dove conduceva i pezzi bianchi, era stata deprimente. Ma di Fabiano sono note le capacità di resistenza e di recupero: gli bastava sconfiggere il transalpino (un lavoro alla sua portata) per rimettere tutto in discussione.

E perché no Grischuk? Finora le aveva pareggiate tutte. Mica poco. Provate un po’ voi.

Poi c’era l’olandese Giri. Se a Ekaterinburg ci fosse stato un premio di umorismo lo avrebbe vinto a colpi di battute, dichiarazioni farlocche e battibecchi social. Ebbene, con la sospensione del torneo si è arreso pure lui: “I miei soliti infantili giochi di parole – ha vergato su twitter – sarebbero fuori posto in questa giornata ostile”. Ecco.

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