Non solo concentramenti… Il C.I.S. -per qualunque categoria- era nato nei primi anni ’90 come manifestazione “itinerante”, dove le squadre ospitate attraversavano anche buone parti d’Italia prima di arrivare nella sede dei loro avversari. I concentramenti sono nati proprio per evitare questi disagi, ma ora han preso talmente piede da costituire quasi la regola. Cinque squadre SST sono state impegnate in tali concentramenti, a Usseglio e Santa Margherita Ligure, tra il 16 e il 18 marzo (e ne abbiamo parlato in questo articolo), ma altre due hanno seguito la tradizione di disputare i loro  incontri a distanza di due settimane l’uno dall’altro.

Questa è la loro storia.



SST Gialla (di Roberto Ricca)

Talvolta succede che le cose si aggiustino da sole e che il rimpianto lasci spazio all’accettazione dei fatti, perché alla fin fine questi rappresentano il giusto risultato.


È una frase che può riassumere bene l’esperienza della Torinese Gialla e descriverne il torneo, iniziato da <Spatola, Bertagia, Gallo, Di Muro> con una squillante vittoria in quel di Verbania, un nettissimo 4-0 che creava entusiasmi.


In quel momento non immaginavamo certo che il numero di vittorie ottenute quel giorno avrebbe eguagliato quello ottenuto complessivamente nei quattro incontri successivi. E considerando che nemmeno i pareggi sono stati tanti (tre in tutto), si può facilmente capire come il nostro cammino sia stato tutto fuorché una marcia trionfale.


Il secondo turno, affrontato a Vercelli da <Spatola, Di Muro, Berutti, Chiusano>, si risolveva nel peggior disastro possibile (0-4)  anche se non comprometteva ancora nulla.


Era il terzo turno, pareggiato da <Ricca, Spatola, Barbiso, Bertagia> contro Pinerolo (poi promosso) a lasciare i primi rimpianti, perché era un incontro che potevamo e probabilmente dovevamo vincere.


Ma i rimpianti più grossi si manifestavano a Cirié, dove con <Ricca, Barbiso, Bertagia, Berutti> venivamo sconfitti di misura in un modo che grida ancora vendetta, visto il ribaltone in prima scacchiera (partita vinta che si trasformava in persa).


Le cose a quel punto sembravano chiare: abbandonato ogni sogno di promozione, dovevamo vincere l’ultimo incontro per 3-1 per salvarci, visto che Vercelli, che ci appaiava al quarto e penultimo posto, aveva più punti scacchiera e giocava a Verbania con gli ultimi in classifica. La partita con il Libero Torneificio del Borgo, affrontata da <Ricca, Spatola, Bertagia, Di Muro>, era però difficile (L’LTB era in lotta per la promozione, anche se, perdendo nettamente con noi, sarebbe potuto retrocedere) e il pareggio finale lasciava tutti insoddisfatti, loro per la mancata promozione, noi per la mancata salvezza.


La conferma della retrocessione sarebbe avvenuta quando fosse stato reso noto il risultato di Verbania, perché, in pura teoria, se la squadra da noi sconfitta per 4-0 avesse battuto quella che ci aveva travolto con lo stesso punteggio, la salvezza era cosa fatta. Già, com’era finito quell’incontro? Lo abbiamo saputo più di 24 ore dopo. Nell’era di Internet, dove l’informazione viaggia alla velocità della luce, una così lunga attesa non ha senso alcuno,  però contribuiva a creare uno stato di tensione e speranza (in fondo gli scacchi sono pur sempre rotondiSorridente) che si prolungava per tutta la giornata di lunedì.  Erano passate ormai le 22 quando il nostro capitano, Tatiana Milceva, che aveva sempre manifestato una fiducia incrollabile nella vittoria dei verbanesi, informava chi direttamente (più di mezza squadra era alla SST impegnata nel Perelli) chi via Internet, che un “miracolo” era avvenuto: gli ultimi avevano vinto e la Torinese Gialla era salva! (andamento torneo e classifica finale)


È un po’ come la parabola del Figliol Prodigo: non era probabilmente il caso di ammazzare il vitello grasso, ma è quello che abbiamo in pratica fatto aprendo una bottiglia di spumante. In fondo, anche la nostra Serie C era una cosa perduta e meritava festeggiarne il ritrovamento.


Una breve storia della Torinese Gialla scritta dal suo capitano.



SST Blu (di Enrico Pepino)

Si è conclusa più che degnamente l’avventura della Sst Blu nel Campionato di Promozione.

Merito del Presidente Renato Mazzetta, che ha capitanato di persona la squadra, e soprattutto dei motivatissimi giocatori, un mix ben riuscito tra giovanissimi da ‘svezzare’, adulti neo-soci e qualche veterano (link composizione squadra).

L’intento era ovviamente di far fare esperienza ai più giovani (Stefano Maraviglia, Fabio Bettassa, Stefano Bertola, Giulio Agresta e Francesco Monni), ma anche ad adulti che frequentano il circolo relativamente da poco. Non c’era assolutamente nessuna ambizione di risultato, se non la voglia di far bene e cimentarsi in palcoscenici nuovi. Infatti le convocazioni di capitan Mazzetta erano concepite in modo da far giocare tutti indistintamente (naturalmente impegni personali permettendo), applicando il semplice principio della rotazione. Tutti i giocatori hanno accettato di buon grado questa direttiva che ha permesso a tutti di dare un piccolo e personale contributo alla causa.

I risultati (link classifica) sono andati al di là delle aspettative, con un ottimo terzo posto e il 50% dei punti conseguiti (link risultati incontri), frutto di due vittorie e altrettante sconfitte (il girone era da 5 squadre con incontri a cadenza quindicinale).

La vera vittoria comunque è stato l’entusiasmo generale della squadra, la contentezza per aver partecipato tutti e la convinzione di aver dato ognuno il meglio.

L’iniziativa verrà certamente ripetuta negli anni, anche se per la formula (concentramento? cadenza quindicinale? altro?) occorrerà aspettare un po’ per capirne di più, visto che probabilmente la Federazione Scacchistica Italiana ha in cantiere delle novità per la prossima stagione.

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