Si potrebbe cominciare questo articolo proclamando con voce stentorea che i vessilli di via Goito garriscono su Cannes. Ma siccome siamo della Società Scacchistica Torinese e siamo quindi sabaudi, misurati, sobri, composti e foderati di understatement, non lo faremo.

Ci limiteremo a riportare la notizia senza fronzoli e punti esclamativi: il maestro Mauro Barletta, socio di lunga data del circolo, ha vinto il torneo B della XXX edizione dell’open internazionale di Cannes. E poi, fra qualche riga, metteremo un po’ di polpa a beneficio di chi si dovesse chiedere come diavolo ci è riuscito.

Barletta faceva parte di quella pattuglia di subalpini che da parecchi anni (variando di volta in volta la composizione per sorprendere il nemico) tenta di espugnare la città della Costa Azzurra famosa per il cinema e per tante altre cosettine. A Cannes in febbraio si tiene da tempo uno dei raduni scacchistici più belli del mondo: una sala di gioco eccellente, una macchina organizzativa ben rodata, giocatori di altissimo livello (nell’open A), una località che a chi lo desidera permette di non pensare soltanto a torri e alfieri. Un’occasione da non perdere a pochi passi da casa.

I torinesi (Barletta Sorcinelli Giacometto Mazzetta Berutti più Jean e Lodewyk Coqueraut) hanno infoltito l’open B, che da solo ha raccolto la bellezza di 169 partecipanti. Per arrivare al primo posto in un torneo tanto affollato e tanto equilibrato, dove nessuno può essere davvero considerato il favorito e dove nemmeno un 6.5 su 9 ti garantisce un buon piazzamento in classifica, un briciolino di fortuna non guasta. Mauro, numero 6 del tabellone, aveva lasciato per strada qualche mezzo punto di troppo – cosa che gli succede di frequente – ma alla fine la Dea Bendata ha puntato il dito verso di lui: vincendo l’ultima partita (+5 =4 lo score conclusivo) ha agganciato altri sei giocatori a 7 punti ed è stato innalzato in cima al podio dallo spareggio tecnico.

Quanto agli altri, per i dettagli e i pettegolezzi rimandiamo al sito del torneo. Diciamo che non è stata una gara esattamente entusiasmante. Ma non fa niente. In casi come questi l’importante è partecipare, e non è una frase fatta. E’ una vacanza piacevole, in un luogo piacevole, che si può interpretare in molti modi: dalla vita monastica al gozzoviglio da bohémien con tanto di puntatine al Casinò. E per i veri appassionati di scacchi è uno spettacolo.

Nel torneo A si potevano ammirare fior di gm da 2500 o 2600 punti elo, con la superstar Gata Kamsky (nella foto sopra) che ha sfoggiato una insospettabile chioma da chitarrista heavy metal e con quasi tutti i migliori giocatori italiani da Rambaldi a Godena a Vocaturo e a tanti altri. Una finestra sul mondo. Un modo per uscire, anche solo per qualche giorno, dalla solita routine e allargare i propri orizzonti. Già, perché queste grandi manifestazioni scacchistiche ti permettono persino di riflettere sulla piega che sta prendendo il nobil giuoco in questo XXI secolo. Per esempio. A Cannes (questa storia è stata raccontata durante la premiazione ma lo speaker parlava francese e non garantiamo la correttezza della traduzione) era stato invitato il fortissimo gm cinese Li Chao. Il quale dapprincipio aveva detto sì, poi si era profuso in mille scuse perché gli era sopraggiunto un impegno cui non poteva proprio rinunciare: “se va bene lo stesso potrebbe giocare un mio giovane allievo”. Ebbene, il “giovane allievo”, Jinshi Bai, elo 2501, della classe 1999, ha vinto il torneo da solo con 7.5 su 9. Mica male. Ma non è tutto. Fra tanti pezzi grossi della scacchiera il pubblico si chiedeva cosa ci facesse un bimbo che indossava regolarmente una tuta da ginnastica con la scritta “India”. Ebbene, il “bimbo”, Praggnanandhaa, rating 2301, undici anni ancora da compiere, ha chiuso con 4.5 (il 50%) raccogliendo una norma di maestro internazionale. Dall’India c’era una selezione di giovanissimi prodotti del vivaio di quella che è stata definita “la più forte scuola di scacchi del mondo”, quella di Chennai. La Campionessa del mondo under 14 ha preso parte all’open A, i Campioni del mondo under 10 e under 8 all’open B: bambinetti pestiferi che hanno fatto vedere i sorci verdi a più di un veterano. E poi c’era Pierluigi Piscopo, vecchio amico della Torinese: da anni abita in Corsica, dove è uno dei motori del formidabile sviluppo del movimento scacchistico locale. A Cannes era uno dei capi della delegazione isolana, i cui giocatori, in gran parte giovanissimi, hanno ben figurato vincendo parecchi premi. Da segnalare un ruvido contrasto (per motivi che non conosciamo) fra il gm russo Dubov (a sinistra nella foto sotto) e gli organizzatori. Il campione è stato severamente punito: non verrà più invitato a Cannes. Non risultano provvedimenti analoghi verso i torinesi. I quali, dunque, continueranno ad avere libero accesso.

Tutti gli oltre 360 gladiatori di questa edizione (arrivati da più di trenta Paesi di tutti i continenti) se ne sono stati belli larghi nell’arena, uno spicchio del Palafestival (con vista mare) così grande che ha potuto contenere senza difficoltà anche i partecipanti al concomitante torneo di dama. E al piano di sotto c’erano gli oltre 500 del torneo di Scarabeo. Sì, perché abbiamo dimenticato di scrivere che quello di Cannes è un “Festival des Jeux“, dove si può giocare a quasi qualunque cosa.

Nel visore che segue una bella vittoria di Mauro Barletta.

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