Così avrebbe intitolato il libro dedicato al recentissimo caso imperiese George Simenon mettendo al comando delle indagini il celeberrimo Commissario Maigret. Chiaramente sto scrivendo dell’ultimo clamoroso caso di cheating che il caso ha voluto vivessi in diretta avendo fatto da accompagnatore al torneo al gruppo dei ragazzi della Sst.

Ma andiamo per ordine.

Arcangelo Ricciardi (nella foto in anteprima al torneo di Imperia) da Cossato (Biella) compare sulla scena del delitto, il Palazzetto dello sport di Porto Maurizio, domenica 30 agosto e, orgoglioso dei suoi 1829 punti, si iscrive all’Open A. Dopo due vittorie facili con Ferrari 1979 e il nostro Nastro 2029, al terzo turno batte il FM Zach 2326. Ma fin qui tutto tranquillo, si è propensi a pensare che sta andando in onda una bella favola. Un clamoroso scalpo, come ogni tanto accade, da parte di un giocatore nettamente più debole che poi verrà fatto rientrare nei ranghi nei turni successivi, perché sarà pure Arcangelo ma il Paradiso dell’alta classifica non è mica per tutti!

Poi arriva il doppio turno del mercoledì e uno dopo l’altro Ricciardi fa fuori il GM Legky 2407 e il MI Mazur 2378. E con un gioco impeccabile: preciso e autoritario. Adesso c’è chi pensa di avere davanti il nuovo Caruana, un po’ stagionato ma meglio che niente. Gli altri, la maggioranza, pensa di stare assistendo ad una delle migliori truffe ad oggi congegnate stante la mancanza del corpus delicti. Invece è proprio dopo queste due partite che per gli addetti ai lavori si alza il sipario! Comincia a sentirsi odore di bruciato davanti a performance impossibili da farsi una dietro l’altra senza qualche ausilio tecnico esterno. Si scatenano i due segugi, al secolo gli arbitri Jean Coqueraut e Alessandro Biancotti, con tecniche però vecchie da Quai des Orfèvres per rimanere al paragone con Maigret: perquisizioni al giocatore, borse controllate alla moglie del giocatore. Nulla! Non un cellulare anche vecchio, senza Internet. Magari solo apparentemente senza Internet, chissà una carrozzeria vecchia per un contenuto all’ultimo grido della tecnologia. Nulla!

Ognuno dei colpevolisti ha la sua teoria speciale: sta sempre seduto, non si alza mai, c’è qualcosa sotto, è sicuramente colpevole; non si ferma ad analizzare le partite, quindi è colpevole, perché analizzando dimostrerebbe di non aver nemmeno capito perché ha giocato la tal mossa; arriva sempre con una quindicina di minuti di ritardo e si dirige senza indugio alla sedia assegnata, è ovviamente colpevole se non vuole parlare con nessuno nell’attesa del via; è sempre vestito allo stesso modo: camicia chiusa fino al penultimo bottone, bottiglia d’acqua in mano, braccia incrociate sotto le ascelle, colpevole senza ombra di dubbio secondo il linguaggio del corpo. Naturalmente gli innocentisti (pochi) vanno in brodo di giuggiole sentendo la pochezza degli argomenti.

Manca il “Come?”.

Su questa domanda siamo tutti arenati come balene spiaggiate.

Intanto il torneo avanza e sotto i colpi di Ricciardi crolla anche il MF Passerotti 2264 e io sono molto scettico sulla possibilità che i nostri novelli Maigret, riescano a dimostrare qualcosa prima della fine del torneo, data limite invalicabile dopo la quale difficilmente si potrà fare qualcosa. I giocatori iniziano a riunirsi e abbozzare lettere di protesta alla commissione specifica della Fide perché analizzino le partite e a fare pressioni, se vogliamo anche spropositate per un garantista, agli arbitri.

Poi si arriva all’unica spiegazione possibile che rimane. Se non ha congegni per ricevere da sé suggerimenti sulle mosse deve esserci qualcuno che, vedendo la partita, la imposta su di un motore scacchistico e poi gli suggerisce le mosse. Ma accanto a lui non c’è mai nessun estraneo al torneo!

E intanto si arriva al 7° turno dove il MF Stoppa 2260 propone dopo poche mosse la patta a Ricciardi che l’accetta sdegnosamente commentando: “anche se è vinta”. Siamo alla nona mossa ed effettivamente il motore da un abbondante +1. Ma ovviamente mentre un umano fa in fretta a passare da +1 a -1, un motore difficilmente molla la presa se è in vantaggio e di solito porta a casa il punto. E’ la goccia che fa traboccare il vaso!

Non so chi l’abbia pensata per primo perché come sempre la vittoria ha molti padri, ma gli imperiesi che curano l’organizzazione del torneo e i due arbitri decidono di fornirsi di un metal detector portatile, di quelli che servono a recuperare oggetti di metallo persi sulle spiagge. E’ molto semplice. Tutti devono passare su uno speciale tappeto rosso isolante mentre l’addetto ti passa intorno al corpo l’apparecchio.

E si arriva così alla fatidica data del 5 settembre penultimo turno GM Naumkin 2437 contro Ricciardi. Tutti passano il controllo e arriva il nostro “eroe” che comincia a chiedere il perché della novità rifiutandosi di passare sul tappeto rosso (nonostante ormai sia una star degli scacchi NdR) e di farsi controllare. Ma Coqueraut insiste: “Sono passati tutti, deve passare anche lei”. Tira e molla per qualche minuto poi Ricciardi cede e si fa controllare. Nulla! Si insiste sulle scarpe, ricordando il caso Ivanov. Nulla! Scoramento fra i presenti. Però si nota che tiene la bottiglia davanti alla fila dei bottoni della camicia. E no carino, così non vale. Apri le braccia, per favore. Allora il metal detector fa’ il suo dovere e quando viene passato sotto lo sterno suona che è un piacere.

Cosa sarà mai ci si chiede?

E l’inquisito precisa che è il suo ciondolo porta fortuna: 5 centesimi in una scatolina.

Faccelo vedere!

E lui lo tira fuori con gesto rapido per pochi secondi.

Ma l’arbitro vuole capire meglio e lo invita a togliersi la camicia. Altro tira e molla per qualche minuto poi, alle insistenze di Coqueraut che lo invita ad andare in bagno se gli da fastidio la gente, non può rifiutarsi, e allora le nebbie dell’arcano si squarciano mostrando all’arbitro una scatolina con un foro davanti (che sia una piccola telecamera nascosta dalla camicia?) con dei fili legati alla canottiera che portano ad un altro apparecchietto fissato sotto l’ascella.

Alla richiesta di spiegazioni ulteriori del marchingegno che ovviamente non sono venute, sembra che Ricciardi abbia risposto: “Se la pensate così allora mi ritiro”. E Coqueraut abbia ribattuto flemmatico: “ Tu non ti ritiri, ti espello!”.

Chiaro che quella tecnologia sistemata addosso è una chiara prova che le sue performance erano “drogate” ma non essendoci stata una spiegazione dell’interessato (e vorrei vedere..) la teoria più accreditata è che la telecamera mandasse la partita ad un complice, ecco spiegata l’immobilità al tavolino, e questi gli mandasse delle mosse attraverso il ricevitore sistemato sotto l’ascella mediante impulsi con un sistema codificato da loro o addirittura l’alfabeto morse, ecco spiegate le mani sempre sotto l’ascella.

Ma le conseguenze per la classifica e per le variazioni Elo?

Da regolamento Fide i risultati fatti nel torneo per i suoi avversari rimangono tali ma tutte le partite vengono conteggiate come non giocate per il rating.

Ma chi è il complice?

Qui L’affarire si complica perché per le prime partite la moglie era in sala per cui deve essere qualcun altro sistemato probabilmente in albergo. Nessuno però si è preoccupato di andare dietro a Ricciardi per tentare di capire. E’ vero che per immettere una mossa dopo l’altra nel motore non ci va una scienza, ma questa parte irrisolta del fatto ha permesso le ipotesi più disparate. C’è anche chi dice che Ricciardi era solo una cavia, una prova tecnica di un disegno più vasto di giocatori più forti cui noi poveri scacchisti, schiacciati dal peso della nostra miserevole e zoppicante umanità, non possiamo nemmeno immaginare la portata. Vedremo.

Una curiosità e una riflessione per concludere.

Ricciardi ha partecipato anche al Festiva di Acqui all’Open B (nella foto in alto), non suscitando però alcun sospetto: aveva fatto “solo” 6/8 ed era arrivato terzo. Però le due che ha perso a posteriori lasciano qualche dubbio. Una contro il vincitore del torneo Bergero per forfait, e qui alla giustificazione all’arbitro per l’assenza ha spiegato che mentre veniva al torneo gli si era rotto il motore (quale viene da chiedersi…), l’altra per squalifica da parte dell’inflessibile Ricca per essere uscito dall’area di gioco sul proprio tempo di riflessione. Chissà se…

Ma se tutto questo succedesse in un torneo in cui le partite vengono trasmesse con le scacchiere elettroniche? Un bel problema! Una frode di questo genere sarebbe ancora più difficilmente spiegabile non avendo il disonesto bisogno della trasmissione della partita, essendo pubblica su Internet, ma solo della ricezione delle mosse.

Mala tempora currunt!

 

Articolo -1

Articolo -2

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Riferimenti

L’affaire Saint-Fiacre

L’affaire Dreyfus

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