Gli scacchi sono ‘lo sport della mente’, come ultimamente molti esperti amano definirli. L’aspetto della preparazione psicologica è noto da tempo, basti ricordare il famoso caso in occasione del Campionato del Mondo del 1978 che si tenne a Bagujo (Filippine) tra Karpov e Kortschnoj (scomparso di recente).

In quell’occasione il terribile Viktor patì l’influenza dello psicoloco-ipnotista di Karpov (un certo dottor Zukhar) tanto da richiederne l’allontanamento dalla sala durante gli incontri.

Oggigiorno tutti gli scacchisti di élite hanno un loro psicologo personale, che li segue durante tutte le fasi delicate di un match o un supertorneo. Tuttavia questo aspetto è molto sottovalutato a livelli minori, dove si sprecano corsi e stage, ma ben poco si fa per migliorare la ‘salute mentale’ dell’atleta.

È proprio su questo che noi della Sst siamo intervenuti, proponendo ai nostri migliori giovani un corso per migliorare l’approccio psicologico prima, durante e dopo una partita. Una proposta innovativa (non si ricordano altri casi nei circoli italiani) che è stata subito appoggiata anche dal Comitato Regionale Piemonte Scacchi (il cui presidente Roberto Rivello è nostro socio fina da ragazzino), il quale si è offerto di far fronte ai costi ed aprire l’idea ai migliori talenti della regione.

Serviva però un esperto in materia, che abbiamo individuato nella dottoressa Monica Vallarin, da anni stimata psicologa dello sport, ed ex nuotatrice professionista. Monica si è subito dimostrata una persona squisita, disponibile ed estremamente professionale, venendo a fare un sopralluogo nei nostri saloni durante un torneo, e osservare di persona gli scacchisti mentre giocano, informandosi altresì sui vari aspetti emozionali e non di una gara (zeitnot, preparazione casalinga, durata di una partita, ecc.).

E così il corso è partito, prevedendo 5 incontri (diluiti nel periodo che va da maggio a settembre) in cui Monica sta cercando di migliorare la preparazione mentale dei ragazzi prima, durante e dopo un incontro.

Abbiamo deciso, in accordo con Monica, di scegliere ragazzi di età e forza di gioco simili, in modo da non creare all’interno del gruppo delle discrepanze di difficile gestione. E così la scelta è caduta sul blocco U16 che si è laureato Campione d’Italia nel 2015, cioè Stefano Yao, Federico Nastro, Marco Mina, Alessandro Villa, Simone Bergero e Pietro Buffa, con l’aggiunta di Ivan Gallo, Alessandro Davi e Antonio Melone. Purtroppo gli invitati della regione (tra cui il talento verbanese Francesco Agnello) non hanno potuto aderire, probabilmente a causa della distanza e dell’orario degli incontri (previsti sempre la domenica mattina).

Quello che ha più sorpreso è stato l’interesse che l’iniziativa ha suscitato nei ragazzi. Sinceramente non ci aspettavamo tanto entusiasmo e partecipazione, e questo ci fa ben sperare per riproporre l’iniziativa (ancora da studiare in quali termini) nel futuro.

Enrico Pepino

 

Ecco qui di seguito il resoconto inviatoci da Monica Vallarin (Psicologa dello Sport ed ex atleta nazionale di nuoto).

 

Mosse di apertura alla Scacchistica Torinese

Cinque incontri senza averli conosciuti prima, cinque incontri senza aver mai interagito con la loro disciplina, cinque incontri per meritare la loro fiducia e il permesso a lasciarsi avvicinare nel percorso.

Il privilegio e la responsabilità di sapere che per loro, otto giovani  agonisti di  livello nella disciplina degli scacchi, questa sarebbe stata la prima esperienza in tema di psicologia dello sport e coaching sportivo. Dagli incontri avremmo dovuto portarci via,con il massimo livello di precisione consentito dal setting di lavoro “congiunto”, una mappatura individuale delle loro capacità attuali, di quegli allenabili e delle strategie utilizzate nella gestione della concentrazione nei vari momenti della partita ; con particolare attenzione al livello di funzionalità\ disfunzionalità in relazione agli obiettivi e alle sfide del momento .

Un primo incontro con Enrico Pepino, autorevole e stimato Maestro di scacchi, mi ha permesso di ridurre la complessità della macroarea “concentrazione”, permettendomi di individuare le tappe che avrebbero costituito il fil rouge dei nostri incontri (al momento quattro, l’ultimo previsto ad ottobre). La metodologia che ci ha aiutato a tessere le “trame” personali nel percorso, può definirsi “integrata”: si avvale infatti dell’approccio “strategico” per la mappatura delle criticità e dell’obiettivo personale, garantendo ai ragazzi la possibilità di scoprire autonomamente cosa funziona e cosa va cambiato in determinati momenti dell’evento partita .

Parallelamente però, all’interno di ogni incontro, abbiamo dedicato due sessioni per apprendere pratiche di respiro e  rilassamento consapevole grazie allo yoga (Metodo Satyananda Ashram), per favorire il recupero e la concentrazione, prima e durante la partita.

I ragazzi si sono lasciati incuriosire dagli effetti che una simile prospettiva produce, diventando  progressivamente più consapevoli e capaci di osservare le sottili sfumature dei propri stati mentali senza più giudicarli o confrontarli con quelli altrui; legittimando le proprie emozioni nelle varie fasi di gara e cominciando a lavorare sulla “gestione” dell’emozione del momento più che non alla sua rimozione.

Il periodo estivo sarà la loro palestra per sperimentare, dentro e fuori di sé, i nuovi apprendimenti; sapendo che pensieri ed emozioni, respiro ed energia, possono finalmente dialogare tra loro, favorendo così l’espressione del migliore potenziale del momento. 

Monica Vallarin

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